Recensione di Gian Luca Barbieri
I Tuxedomoon compiono trent’anni e l’importante tappa viene festeggiata con un ricco cofanetto intitolato “7707” (le prime due cifre rimandano all’anno di nascita del gruppo, il 1977, e le ultime all’anno in cui cade l’anniversario, il 2007). Contiene un dvd di ben 160 minuti, due cd di rarità e pezzi live e, ciò che più conta, il nuovo disco in studio, intitolato “Vapour Trails” (Materiali Sonori).
Misurarsi con le nuove produzioni di gruppi tanto importanti, con un passato così impegnativo alle spalle, mette sempre in parte a disagio. Fare i confronti con dischi leggendari come “Half Mute” non ha senso: altri tempi, altro contesto culturale e musicale, altri riferimenti e soprattutto diversi linguaggi. Al di fuori della logica dei paragoni impossibili (e di fatto privi di senso), si può ascoltare “Vapour Trails” con la mente sgombra da aspettative condizionanti, e così si possono percorrere con piacere le otto tracce del cd. Si acquisisce subito la consapevolezza che, anche dopo trent’anni, l’inesausta volontà del gruppo di sperimentare linguaggi musicali di varia origine, di non fossilizzarsi in una ricetta sonora omogenea e compatta, è ancora viva e irresistibile. Basta scorrere i brani dell’album per averne conferma.
Il primo pezzo, “Mucho Colores", giocato su un tappeto sonoro carezzevole e magico, è cantato in spagnolo da Blaine Reininger. Il secondo, "Still Small Voice" presenta sonorità ben differenti e nel cantato fa l’occhiolino a David Bowie. Poi è la volta di "Kubrick", un omaggio a “2001 Odissea nello Spazio” rivisitata con un’elettronica minimalistica e con ricami di fiati davvero interessanti. "Big Olive" passa bruscamente dalle atmosfere cupe e inquietanti del brano precedente a un contesto ben più solare e trasparente. "Dark Temple" è di nuovo un brano di elettronica dalle atmosfere notturne, con un grande sax che ricama le sue trame con arte. Con la strumentale "Dizzy", altro cambio brusco di rotta con ritmi sostenuti.
Senza passare in rassegna tutte le tracce, va ricordata la conclusiva "Wading Into Love", forse la canzone più romantica del disco.
“Vapour Trails”, realizzato in Grecia, è paragonabile ad una rassegna di immagini di viaggio attraverso territori diversi, visitati con curiosità e con un’intensa voglia di mettersi in gioco. L’idea comune di coerenza e di compattezza stilistica viene messa in gioco, ma, quasi paradossalmente, viene anche confermata dai riferimenti trasversali ai diversi pezzi e da quel comune denominatore musicale che costituisce la firma inconfondibile dei Tuxedo.
La formazione, priva di Winston Tong, vede schierati Steven Brown (voce, sassofono, clarinetto, tastiere), Blaine Reininger (voce, violino, chitarra, laptop), Peter Principle (basso, chitarra) e Luc Van Lieshout (tromba).
Tuxedomoon: sito ufficiale - myspace.
I Tuxedomoon compiono trent’anni e l’importante tappa viene festeggiata con un ricco cofanetto intitolato “7707” (le prime due cifre rimandano all’anno di nascita del gruppo, il 1977, e le ultime all’anno in cui cade l’anniversario, il 2007). Contiene un dvd di ben 160 minuti, due cd di rarità e pezzi live e, ciò che più conta, il nuovo disco in studio, intitolato “Vapour Trails” (Materiali Sonori).
Misurarsi con le nuove produzioni di gruppi tanto importanti, con un passato così impegnativo alle spalle, mette sempre in parte a disagio. Fare i confronti con dischi leggendari come “Half Mute” non ha senso: altri tempi, altro contesto culturale e musicale, altri riferimenti e soprattutto diversi linguaggi. Al di fuori della logica dei paragoni impossibili (e di fatto privi di senso), si può ascoltare “Vapour Trails” con la mente sgombra da aspettative condizionanti, e così si possono percorrere con piacere le otto tracce del cd. Si acquisisce subito la consapevolezza che, anche dopo trent’anni, l’inesausta volontà del gruppo di sperimentare linguaggi musicali di varia origine, di non fossilizzarsi in una ricetta sonora omogenea e compatta, è ancora viva e irresistibile. Basta scorrere i brani dell’album per averne conferma.
Il primo pezzo, “Mucho Colores", giocato su un tappeto sonoro carezzevole e magico, è cantato in spagnolo da Blaine Reininger. Il secondo, "Still Small Voice" presenta sonorità ben differenti e nel cantato fa l’occhiolino a David Bowie. Poi è la volta di "Kubrick", un omaggio a “2001 Odissea nello Spazio” rivisitata con un’elettronica minimalistica e con ricami di fiati davvero interessanti. "Big Olive" passa bruscamente dalle atmosfere cupe e inquietanti del brano precedente a un contesto ben più solare e trasparente. "Dark Temple" è di nuovo un brano di elettronica dalle atmosfere notturne, con un grande sax che ricama le sue trame con arte. Con la strumentale "Dizzy", altro cambio brusco di rotta con ritmi sostenuti.
Senza passare in rassegna tutte le tracce, va ricordata la conclusiva "Wading Into Love", forse la canzone più romantica del disco.
“Vapour Trails”, realizzato in Grecia, è paragonabile ad una rassegna di immagini di viaggio attraverso territori diversi, visitati con curiosità e con un’intensa voglia di mettersi in gioco. L’idea comune di coerenza e di compattezza stilistica viene messa in gioco, ma, quasi paradossalmente, viene anche confermata dai riferimenti trasversali ai diversi pezzi e da quel comune denominatore musicale che costituisce la firma inconfondibile dei Tuxedo.
La formazione, priva di Winston Tong, vede schierati Steven Brown (voce, sassofono, clarinetto, tastiere), Blaine Reininger (voce, violino, chitarra, laptop), Peter Principle (basso, chitarra) e Luc Van Lieshout (tromba).
Tuxedomoon: sito ufficiale - myspace.
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