Al di fuori dei soliti circuiti commerciali, si possono trovare proposte musicali interessanti e degne di attenzione. È il caso di un cd di una cantante rumena pressoché sconosciuta in Italia, Oana Catalina Chitu, che dagli anni Novanta vive a Berlino. Il cd, prodotto dall’etichetta tedesca “Asphalt Tango Records” (che fa riferimento in Italia a Materiali Sonori), si intitola “Bucharest Tango” e comprende le musiche di uno spettacolo teatrale portato in scena con grande successo in Germania e finanziato dall’Istituto Culturale Rumeno di Berlino.
Oana Catalina Chitu è una giovane cantante che ha trascorso i primi anni della vita nella sua terra d’origine, dalla quale è emigrata dopo la caduta del muro di Berlino per sottrarsi al caos che ha accompagnato, soprattutto nei paesi dell’Est, la crisi del comunismo.
Ha studiato pianoforte, jazz e canto lirico, poi si è dedicata alla ricerca e alla riproposta delle musiche che erano state messe al bando dal regime socialista perché giudicate troppo decadenti e inadatte all’immagine trionfalistica che il regime voleva diffondere attraverso ogni forma di pubblicità e di imposizione. Uno dei primi generi musicali messi al bando è stato il tango, la cui scomparsa risale al 1947, quando il re è stato costretto ad abdicare. A partire da quell’anno le migliori voci del tango romeno sono sparite, o perché emigrate, come Jean Moscopol, o perché ridotte al silenzio, come Christian Vasile.
Ecco dunque la necessità di realizzare un progetto culturale, non solo musicale, che riprendesse questo genere musicale e lo riproponesse, abbinando la fedeltà dell’esecuzione e il rispetto filologico a interpretazioni nuove e intriganti. È così che è nato “Bucharest Tango”, spettacolo e poi disco, che riprende quelle musiche che negli anni Trenta venivano eseguite nei parchi, nei caffè e nei club della capitale della Romania e che costituivano un tratto essenziale della cultura e dell’atmosfera di quell’epoca. Mescolati a questi tanghi alcune ballate folk di Maria Tanase, considerata la Edith Piaf romena.
Oana è nata nella Romania rurale ed è cresciuta ascoltando queste musiche tradizionali, soprattutto dai gracchianti 78 giri dei suoi parenti, e da allora è nato il suo amore per il cosiddetto “tango a la romanesque” e per Maria Tanase. Oggi che anche la Romania, nell’era della globalizzazione, è invasa dal pop più elettronico omologato che ha colonizzato i gusti musicali dei giovani di ogni parte del mondo, la riscoperta del tango si pone come un’importante scelta controcorrente.
Al fianco della cantante, troviamo Anton Slavic al violino, Valeriu Cascaval al cembalo, Dejan Jovanovic alla fisarmonica, Alexej Wagner alla chitarra, Alexander Franz al contrabbasso, Dimitris Christides alle percussioni e Vladimir Karparov al sax e clarinetto.
Recensione di Gian Luca Barbieri
Oana Catalina Chitu è una giovane cantante che ha trascorso i primi anni della vita nella sua terra d’origine, dalla quale è emigrata dopo la caduta del muro di Berlino per sottrarsi al caos che ha accompagnato, soprattutto nei paesi dell’Est, la crisi del comunismo.
Ha studiato pianoforte, jazz e canto lirico, poi si è dedicata alla ricerca e alla riproposta delle musiche che erano state messe al bando dal regime socialista perché giudicate troppo decadenti e inadatte all’immagine trionfalistica che il regime voleva diffondere attraverso ogni forma di pubblicità e di imposizione. Uno dei primi generi musicali messi al bando è stato il tango, la cui scomparsa risale al 1947, quando il re è stato costretto ad abdicare. A partire da quell’anno le migliori voci del tango romeno sono sparite, o perché emigrate, come Jean Moscopol, o perché ridotte al silenzio, come Christian Vasile.
Ecco dunque la necessità di realizzare un progetto culturale, non solo musicale, che riprendesse questo genere musicale e lo riproponesse, abbinando la fedeltà dell’esecuzione e il rispetto filologico a interpretazioni nuove e intriganti. È così che è nato “Bucharest Tango”, spettacolo e poi disco, che riprende quelle musiche che negli anni Trenta venivano eseguite nei parchi, nei caffè e nei club della capitale della Romania e che costituivano un tratto essenziale della cultura e dell’atmosfera di quell’epoca. Mescolati a questi tanghi alcune ballate folk di Maria Tanase, considerata la Edith Piaf romena.
Oana è nata nella Romania rurale ed è cresciuta ascoltando queste musiche tradizionali, soprattutto dai gracchianti 78 giri dei suoi parenti, e da allora è nato il suo amore per il cosiddetto “tango a la romanesque” e per Maria Tanase. Oggi che anche la Romania, nell’era della globalizzazione, è invasa dal pop più elettronico omologato che ha colonizzato i gusti musicali dei giovani di ogni parte del mondo, la riscoperta del tango si pone come un’importante scelta controcorrente.
Al fianco della cantante, troviamo Anton Slavic al violino, Valeriu Cascaval al cembalo, Dejan Jovanovic alla fisarmonica, Alexej Wagner alla chitarra, Alexander Franz al contrabbasso, Dimitris Christides alle percussioni e Vladimir Karparov al sax e clarinetto.
Recensione di Gian Luca Barbieri
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