Il nome Staff Benda Bilili non è noto, ma è degno di grande attenzione. Si tratta di una band a dir poco interessante, che va conosciuta e ascoltata. È composta da otto musicisti di strada che hanno una particolarità: sono tutti paraplegici e vivono nei dintorni dello zoo di Kinshasa, in Congo. Il più giovane, considerato il virtuoso del gruppo, ha 17 anni e suona la chitarra; il più anziano ne ha 55. Si muovono su eccentrici e fantasiosi tricicli artigianali, dalle fogge personalizzate.
Ora hanno realizzato un cd di notevole pregio, “Très très fort”, edito dall’etichetta belga Crammed Disc, che per l’Italia si appoggia a Materiali sonori.
Nella loro musica si intrecciano sonorità che hanno le loro radici nella cultura locale, pur espandendosi fino a contenere echi cubani, rhythm and blues, reggae e funky. Il tutto eseguito rigorosamente con strumentazione acustica e tradizionale.
Il contesto in cui suonano e cantano è quello delle vie di Kinshasa, caratterizzato dalla presenza dei bambini di strada abbandonati, che si contano in diverse migliaia. Il loro nome, sheges, è quello dato ai bambini soldato che nel 1997 sono entrati nella capitale con un aspetto che richiamava quello di Che Guevara (da cui sheges). Ora chiedono la carità nelle strade, lucidano le scarpe ai passanti (come i nostri sciuscià testimoniati dal bellissimo film omonimo di De Sica) e vivono di espedienti. Accanto a questi bambini, che costituiscono la popolazione più numerosa delle strade di Kinshasa, si trovano i disabili che si aggirano con i loro tricicli, organizzati in un sindacato denominato Plateforme. Molti sheges godono della loro protezione.
Il disco, come si diceva, è affascinante, le sonorità sono gradevoli, le canzoni sono ricche di storie personali, di ricordi della comunità, di richiami alla tradizione. Tutti i brani sono stati registrati all’aperto, soprattutto nel giardino zoologico vicino al centro della capitale, con dodici microfoni che colgono ogni sfumatura della loro musica e dell’ambiente.
I musicisti dello Staff Benda Bilili si considerano i veri giornalisti di Kinshasa, poiché le loro canzoni documentano eventi della quotidianità e contengono consigli per i loro concittadini, compresa la necessità di vaccinare i bambini contro la poliomielite.
L’idea di far conoscere questa band è nata in alcuni musicisti inglesi e statunitensi (tra i quali i Massive Attack) che sono andati in Congo nel 2007 e ne sono rimasti colpiti dalla dolcezza e dall’energia sprigionata dalla loro musica.
Recensione di Gian Luca Barbieri
Staff Benda Bilili Myspace
Ora hanno realizzato un cd di notevole pregio, “Très très fort”, edito dall’etichetta belga Crammed Disc, che per l’Italia si appoggia a Materiali sonori.
Nella loro musica si intrecciano sonorità che hanno le loro radici nella cultura locale, pur espandendosi fino a contenere echi cubani, rhythm and blues, reggae e funky. Il tutto eseguito rigorosamente con strumentazione acustica e tradizionale.
Il contesto in cui suonano e cantano è quello delle vie di Kinshasa, caratterizzato dalla presenza dei bambini di strada abbandonati, che si contano in diverse migliaia. Il loro nome, sheges, è quello dato ai bambini soldato che nel 1997 sono entrati nella capitale con un aspetto che richiamava quello di Che Guevara (da cui sheges). Ora chiedono la carità nelle strade, lucidano le scarpe ai passanti (come i nostri sciuscià testimoniati dal bellissimo film omonimo di De Sica) e vivono di espedienti. Accanto a questi bambini, che costituiscono la popolazione più numerosa delle strade di Kinshasa, si trovano i disabili che si aggirano con i loro tricicli, organizzati in un sindacato denominato Plateforme. Molti sheges godono della loro protezione.
Il disco, come si diceva, è affascinante, le sonorità sono gradevoli, le canzoni sono ricche di storie personali, di ricordi della comunità, di richiami alla tradizione. Tutti i brani sono stati registrati all’aperto, soprattutto nel giardino zoologico vicino al centro della capitale, con dodici microfoni che colgono ogni sfumatura della loro musica e dell’ambiente.
I musicisti dello Staff Benda Bilili si considerano i veri giornalisti di Kinshasa, poiché le loro canzoni documentano eventi della quotidianità e contengono consigli per i loro concittadini, compresa la necessità di vaccinare i bambini contro la poliomielite.
L’idea di far conoscere questa band è nata in alcuni musicisti inglesi e statunitensi (tra i quali i Massive Attack) che sono andati in Congo nel 2007 e ne sono rimasti colpiti dalla dolcezza e dall’energia sprigionata dalla loro musica.
Recensione di Gian Luca Barbieri
Staff Benda Bilili Myspace
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